Dal miracolo Real alla fiaba mundial Pablito in mostra
Da “Il Giornale di Vicenza” del 17 dicembre 2017. Di Roberto Luciani
Da Van Gogh a Paolo Rossi. Dalle mani geniali del grande pittore olandese ai piedi imprevedibili del calciatore biancorosso, pratese solo di nascita. Due mostre vicine quando si tratta di raccogliere emozioni. Perché tra la Basilica palladiana e palazzo Cordellina, che smette per un paio di settimane i panni eleganti cuciti su misura da Ottone Calderari per vestire pantaloncini e magliette, alla fine la differenza è minima. In entrambi i casi occhi e cuore vanno in fibrillazione e, nel caso di Pablito, si attiva anche il tasto “play” dei ricordi.
Tra l’altro l’ingresso alla seconda è gratuito almeno fino all’8 gennaio, una sorta di promozione natalizia attivata dal Comune di Vicenza grazie al sostegno degli sponsor, Unicomm di Marcello Cestaro e Aim Group guidato da Umberto Lago, che si sono sobbarcati i costi dell’esposizione pallonara. Che, per inciso, è bellissima per il modo in cui è stata concepita, per i cimeli che propone e per il tuffo all’indietro che regala a chi c’era in quegli anni di Real Vicenza e di Mondiali di Spagna del 1982. “Paolo Rossi – Great italian emotions e l’Italia dell’82” è un po’ come immergersi nella famosa piscina del film “Cocoon”, sentendo la giovinezza che torna nelle vene. E poco importa se all’inaugurazione svoltasi un po’ in ritardo sulla tabella di marcia, complice il bagno di folla in piazza dei Signori, non si è trovato un nastro da tagliare e forse è stato pure meglio così.
Perché Paolo Rossi è qualcosa che ci portiamo dentro come certe canzoni senza tempo perché lui è sempre quello, sorridente, semplice, cordiale. Sopravvissuto al mito. «Ovunque vado, tutti mi identificano con Vicenza ed è giusto così perché qui ho costruito la mia vita e ho lasciato il cuore». Tre anni con la Nobile Provinciale di Gibì Fabbri, la “R” sul petto rinverdita da una brigata irripetibile di calciatori diventata una filastrocca che lui stesso recita. Qualcuno è lì: Galli, Lelj, Cerilli, Carrera, Verza. Il benvenuto del sindaco Achille Variati (accompagnato dall’assessore Umberto Nicolai e dal presidente del consiglio comunale Federico Formisano), davanti a una piccola folla nostalgica e felice, poi via ai dribbling fra le nove sale suddivise in due piani. Si parte da tutte le maglie indossate, compresa quella della Cattolica Virtus, si arriva alla sala del Pallone e della Scarpa d’Oro, non prima però di aver dato un’occhiata ai video con i suoi gol più belli e alle foto di Bearzot, Zoff, Gentile. In mezz’ora la storia di una carriera e soprattutto quella di un’Italia che in un mese si scoprì imbattibile, invincibile, vittoriosa. Campione del Mondo, alla faccia pure di Uli Stielike.